Valentino Orsini, un cineasta esagerato
19 Febbraio 2013 - 21 Febbraio 2013
Figura anomala e non riconciliata nel panorama del cinema italiano, Valentino Orsini condivide con i personaggi dei suoi film una dimensione tragica, “esagerata”. L’impegno politico e la ricerca artistica si incontrano nella sua pratica cinematografica senza mai fondersi completamente, lasciando dei residui, degli scarti irriducibili ma vitali. Così lo stesso Orsini spiega questa definizione in un’intervista: «Esagerati significa non risolti. Questi personaggi in parte mi rispecchiano e forse ora parlerò di me. La loro esagerazione nasce da un’impossibilità atavica, dall’insoddisfazione, dall’incapacità di trovare soluzioni per sé e per gli altri. È uno stato d’animo di impotenza che mi ha accompagnato sempre, nella vita». E questa irrequietezza, l’essere in perenne conflitto con il loro presente, politico e privato, è il fil rouge che unisce i protagonisti dei film di Orsini che siano partigiani, giovani africani o sindacalisti, e il loro stesso autore, oscillante tra cinema popolare, realismo e trasgressione linguistica.
Giovanissimo combattente partigiano nella sua città natale, Pisa, poi scenografo e regista teatrale, Orsini comincia l’attività cinematografica nel documentario insieme ai fratelli Taviani, con i quali poi si trasferisce a Roma e dirige i primi due lungometraggi di finzione. Regista di pochi film, troppo inquieto per adattarsi ai meccanismi del cinema industriale, Orsini ha un’intensa attività di documentarista e di sceneggiatore, che qui vi proponiamo in una breve selezione, alternandola ai film narrativi che da solo o con i Taviani ha realizzato.
martedì 19
ore 17.00
Acciaio sul mare (1964)
Regia: Valentino Orsini; fotografia: Mario Volpi; testo: Oreste Del Buono; voce: Alberto Lupo, Riccardo Paladini; produzione: Alfa Cinematografica; durata: 11′
Lo sviluppo dell’industria siderurgica italiana dopo la seconda guerra mondiale raccontato attraverso le specificità degli stabilimenti più importanti sul territorio nazionale: Bagnoli, Piombino, Taranto.
a seguire
Un uomo da bruciare (1962)
Regia: Valentino Orsini, Paolo e Vittorio Taviani; soggetto e sceneggiatura: V. Orsini, P. e V. Taviani; fotografia: Toni Secchi; scenografia: Piero Poletto; costumi: Lina Nerli; musica: Gianfranco Intra; montaggio: Lionello Massobrio; interpreti: Gian Maria Volonté, Didi Perego, Spiros Focas, Turi Ferro, Marina Malfatti, Vittorio Duse; origine: italia; produzione: Ager Cinematografica, Sancro Film, Alfa Cinematografica; durata: 91′
Salvatore torna in Sicilia dopo qualche anno passato a Roma. È un giovane e appassionato sindacalista, che vorrebbe forzare i tempi e spingere i suoi compagni ad azioni più eclatanti e decisive rispetto ai loro timidi tentativi di organizzazione. Superando i timori dei contadini riesce, anche se per poco, a portarli all’occupazione delle terre, ma la mafia li ferma. Quest’ultima sembra avere la meglio su di lui e lo ingaggia come capo operaio in una cava di pietra. In realtà Salvatore ne approfitta per cominciare una lotta contro l’eccessivo sfruttamento. Questo sgarbo porta all’inevitabile reazione della mafia.
ore 19.00
Il mestiere di dipingere (1966)
Regia: Valentino Orsini; fotografia: Mario Vulpiani; musica: Sebastiano Rosata; montaggio: Lionello Massobrio; testo: Alberto Filippi; produzione: Ora Film; durata: 25′
Documentario sulla vita e l’opera di Louis Del Pizzo, pittore astratto di origine anglosassone, residente a Roma negli anni sessanta.
a seguire
I fuorilegge del matrimonio (1963)
Regia: Valentino Orsini, Paolo e Vittorio Taviani; soggetto e sceneggiatura: Lucio Battistrada, Giuliani De Negri, Renato Nicolai, V. Orsini, P. e V. Taviani; fotografia: Enrico Menczer; costumi: Lina Nerli Taviani; musica: Giovanni Fusco; montaggio: Lionello Massobrio; interpreti: Ugo Tognazzi, Annie Girardot, Romolo Valli, Didi Perego, Scilla Gabel, Gabriella Giorgielli; origine: Italia; produzione: Ager Film, Film Coop, D’Errico Film; durata: 98′
Una proposta di legge, presentata nel 1963 da Renato Sansone, prevedeva il divorzio in sei casi limite di evidente assenza di qualsiasi legame tra i coniugi. Il film, composto di un prologo e cinque episodi, rappresenta questi casi clamorosi. «Anche qui si parte dalla cronaca. Le narrazioni nascono dalla lettura di una montagna di lettere ricevute dall’onorevole Sansone, scritte da alcuni fra coloro i cui casi matrimoniali rientravano nel progetto di legge. “Da queste brevi lettere saltano fuori una galleria di personaggi, una varietà di situazioni umane quasi tutte al limite con la follia, uno squarcio impressionante di un settore della realtà italiana”. […] Avvicinarsi al reale e alle legge che lo regola è occasione per i registi di fare i conti con l’assurdo, la follia» (Accialini, Coluccelli).
ore 21.15
Firenze una tradizione che continua (1970)
Regia: Valentino Orsini; fotografia: Rino Filippini; montaggio: Alfonso Mulà; produzione: Istituto Luce; durata: 23′
Firenze tra tradizione e modernità: nella città toscana anche nel comparto industriale convivono queste due anime. Ne è un esempio la Nuova Pignone, nella quale accanto ai mezzi e ai metodi più innovativi sopravvivono tecniche e strumenti antichi.
a seguire
I dannati della terra (1968)
Regia: Valentino Orsini; soggetto e sceneggiatura: V. Orsini, Alberto Filippi; fotografia: Giuseppe Pinori; scenografia: Giovanni Sbarra; costumi: Lina Nerli Taviani; musica: Benedetto Ghiglia; montaggio: Paolo Lucignani; interpreti: Frank Wolff, Marilù Tolo, Carlo Cecchi, Marina Malfatti, Serigne N’Diaye Gonzales, Romano Scavolini; origine: Italia; produzione: Ager Film; durata: 90′
Alla sua morte, il giovane regista africano Abramo Malonga lascia in eredità al suo antico maestro, il regista cinematografico italiano Fausto Morelli, il suo primo ed ultimo film ancora incompiuto. Morelli, visionato il lavoro, si trova di fronte ad un’opera sconcertante e complessa, una riflessione sui “dannati della terra” e le lotte di liberazione africane: decide allora di provare a ricostruire e completare il film. «E I dannati della terra, se non certo compiuto, è “bello” […], ci sembra un modo inconsueto di pensare il cinema, il film italiano ideologicamente e politicamente più avanzato» (Aristarco).
mercoledì 20
ore 17.00
Corbari (1970)
Regia: Valentino Orsini; soggetto e sceneggiatura: Renato Nicolai, V. Orsini; fotografia: Giuseppe Pinori; ;scenografia: Giovanni Sbarra; costumi: Lina Nerli Taviani; musica: Benedetto Ghiglia; montaggio: Roberto Perpignani; interpreti: Giuliano Gemma, Tina Aumont, Antonio Piovanelli, Frank Wolff, Alessandro Haber, Spiros Focas; origine: Italia; produzione: Terza Film; durata: 102′
Nell’autunno del ’43 dopo aver ucciso un fascista, Corbari scappa e forma un gruppo armato, che compie azioni militari contro tedeschi e repubblichini. Al gruppo si unisce Ines, che diventa la sua compagna. Corbari rifiuta di unirsi ai partigiani sulla montagna e di rispettare la loro organizzazione per un’azione diretta e immediata. Il gruppo Corbari libera un paese, che inizia a riorganizzare dando le terre ai contadini.
ore 19.00
L’amante dell’Orsa Maggiore (1971)
Regia: Valentino Orsini; soggetto: dal romanzo omonimo di Sergiusz Piaseki; sceneggiatura: Mino Roli, Florestano Vancini, V. Orsini; fotografia: Mario Vulpiani; scenografia: Sergio Canevari; costumi: Silvana Pantani; musica: Benedetto Ghiglia; montaggio: Roberto Perpignani; interpreti: Giuliano Gemma, Senta Berger, Bruno Cremer, Francesca Romana Coluzzi, Spiros Focas, Nicoletta Machiavelli; origine: Italia, Germania Ovest, Francia; produzione: Sancrosiap, Terza Film/Corona Filmproduktion/Transinter; durata: 107′
All’indomani della Rivoluzione d’Ottobre, Vladek giunge in una cittadina polacca al confine con la Russia dove prospera il contrabbando. Anche l’uomo comincia questo tipo di attività, impegnandosi molto anche in relazioni galanti. Arrestato dai russi, riesce a fuggire scoprendo che una donna di cui era innamorato si è sposata con il capo del contrabbandieri.
ore 21.00
Kleinhoff Hotel(1977)
Regia: Carlo Lizzani; soggetto: V. Orsini; sceneggiatura: V. Orsini, Faliero Rosati; fotografia: Gabor Pogany; scenografia: Luciano Spadoni; costumi: Gianfranco Carretti; musica: Giorgio Gaslini; montaggio: Franco Fraticelli; interpreti: Corinne Clery, Bruce Robinson, Katja Rupé, Michele Placido, Werner Pochat, Peter Kern; origine: Italia/Germania; produzione:Trust International Films, Roxy Film Gmbh & Co. KG; durata: 105′
Pascale, moglie francese di un architetto tedesco che lavora in Africa, è costretta, avendo perso l’aereo per Parigi, a pernottare in un albergo berlinese in cui aveva alloggiato da studentessa. Incuriosita dai rumori provenienti dalla stanza accanto scopre, spiando da una fessura, che il suo vicino è un giovane barbuto. Qualche ora dopo saprà anche, avendo ascoltato i suoi dialoghi con un’amica drogata e con un amico, che si chiama Karl, che è un terrorista incaricato di eliminare un presunto traditore. «Si respira, lungo tutto questo film, un’aria malata, un senso di chiuso, una mancanza di ossigeno e di luce. La lotta armata, colta nel suo progressivo ma inesorabile fallimento, diventa una cospirazione solitaria, […] e il regista sceglie di esporla nelle forme di un Kammerspiel, attraverso un’osservazione non emotiva ma distaccata, rigorosa, scientifica, simile alla lente di ingrandimento di un entomologo che studia un microcosmo animale» (Giacci).
giovedì 21
ore 17.00
Uomini e no (1980)
Regia: Valentino Orsini; soggetto: romanzo omonimo di Elio Vittorini; sceneggiatura: Faliero Rosati, V. Orsini, Giuliano G. De Negri; fotografia: Franco Di Giacomo; scenografia: Gianni Sbarra; costumi: Lina Nerli Taviani, Paola Comencini; musica: Ennio Morricone; montaggio: Roberto Perpignani; interpreti: Flavio Bucci, Monica Guerritore, Ivana Monti, Pier Luigi D’Orazio, Secondo De Giorgi, Renato Scarpa, Massimo Foschi; origine: Italia; produzione: Ager Cinematografica, Rai Radiotelevisione Italiana; durata: 103′
1944 in una Milano metafisica e vuota, in cui i fascisti lasciano i cadaveri degli uccisi nella strada come monito, si muovono i combattenti del CNL e Ennedue, uno scrittore diventato capo partigiano. Quando Ennedue incontra Berta, la donna che aveva amato anni prima e tra loro ricomincia la passione, l’uomo entra in crisi. Dopo alcune azioni contro i fascisti, Ennedue viene identificato. I compagni gli preparano la fuga ma lui preferisce rimanere… «La mia intenzione era quella di portare all’estremo la ricerca dello scrittore, di scarnificare completamente la trama e di unificare il personaggio di N2 con Vittorini stesso» (Orsini).
ore 19.00
Figlio mio, infinitamente caro… (1985)
Regia: Valentino Orsini; soggetto: V. Orsini, Furio Scarpelli; sceneggiatura: V. Orsini, Vincenzo Cerami, Giuliano G. De Negri; fotografia: Luigi Kuveiller; costumi: Lina Nerli Taviani; musica: Guido e Maurizio De Angelis; montaggio: Roberto Perpignani; interpreti: Ben Gazzara, Mariangela Melato, Sergio Rubini, Valeria Golino, Fabrizio Temperini, Wanda Pasquini; origine: Italia; produzione: Ager Cinematografica, Ital Noleggio Cinematografico; durata: 113′
Pisa, Antonio Morelli è un avvocato affermato, vedovo, vive con il figlio. Quando scopre che il giovane si droga reagisce violentemente. Ostinato nel voler aiutare il figlio trascura i suoi impegni, si indebita e nel tentativo di avvicinarsi al ragazzo inizia a drogarsi con lui. Adesso sono uguali e questo potrebbe essere la loro salvezza. «Figlio mio infinitamente caro è per molti aspetti la sanzione di una frattura che gradualmente, a partire da I dannati della terra, si è andata stabilendo tra Orsini e la realtà storica e la sua capacità di affrontare il presente» (Fiorini)